martedì 30 marzo 2010

Sbranare in un tipico ristorante di Francoforte.


Non ricordo il nome ma eccolo qua:




 



Un tipico ristorante di Francoforte che fa tipica cucina di Francoforte. Con camerieri cinesi però. Ci siamo abbandonati alla cucina tipica locale. Il posto era carino e tipico, informale e legnoso, pieno de coccetti e cosi pelosi tipici. Si lascia la mancia in Germania. Mi lascio andare alla galleria fotografica a casaccio visto che ricordo poco di tutto. Ma il cibo era curioso e un peletto grasso se non erro.

La cotolettina con salsa de qualcò, patatine, verdurine e accessori.






La cotolettina con salsa di fungotti e patatine e verdurine e accessori.




Non ricordo (un minuto di silenzio per la mia memoria morta) ma è piacevole da vedere.





Patate, ciccia, verdure e accessori tipici culinari




Panoramica.



 








E birra









 



OK, dopo questa puntata vergognosa in cui ricordo poco di quello che abbiamo mangiato (ma l'amico Charlie Brown Paco Velenero ci verrà in soccorso, spero) mi riprometto di essere più bravo le prossime volte. Però almeno le foto stavolta erano ghiotte.
A presto, porchetti, è quasi Pasqua e ciò vuol dire solo una cosa; una foto buffa cerimoniale.
CZ:

venerdì 26 marzo 2010

Thè: Japan Gyokuro Ashai

...e alla fine arriviamo in cima e qui si comincia a raggiungere il paradiso...
Japan Gyokuro Ashai




E' il thè da cui si ricava il Matcha di cui parleremo in futuro, ovvero un top!
Straordinario il primo approccio. La signorina del negozio apre il contenitore e me lo fa sniffare. Una zavanata che stavo per cascare a terra tanto era potente, sembrava di odorare della maria resinosa super potente (cosa che non ho mai fatto ma immagino sia così, ovvio). L'odore è davvero inimmaginabile, straordinario.

Notizie rubate in giro:

Tè verde
Tè dal Giappone
1 cucchiaio a tazza. 65 gradi 1-2 minuti.
Il più pregiato tra i tè giapponesi e uno dei più pregiati tra i tè mondiali. Il suo nome vuol dire "perla di rugiada" viene coltivato esclusivamente nei giardini di Ujj vicino a Kyoto; raccolto a mano e sempre ed esclusivamente a mano viene lavorato a forma di lunghi aghi di pino. Il Gyokuro è stato definito "storia, filosofia e arte in una singola tazza".
Il suo profumo intenso, il suo aroma forte di clorofilla si sposano perfettamente con il suo gusto delicato, profondo e persistente. Gustatelo senza aggiungervi alcunché per non rovinare la perfezione di questo tè da veri intenditori.

Ovviamente costa l'ira di dio a seconda della qualità ma si sta tranquilli se non erro in più di venti euro l'etto, quindi fatevi un'idea anche monetaria della bontà. 
Molto? Con un etto ci fate molte tazze e litri. Se pensate che una pinta di birra spinata male su un bicchiere di plastica ve la fanno pagare anche 5€ capirete che non esistono esitazioni. Qui fruite di una cultura fatta arte, qui è la pace e la salute del vostro corpo, questo è davvero nettare divino.

Il sapore pareggia l'odore, è un tè monumentale.
Provatelo, un'esperienza di vita.CZ:

martedì 23 marzo 2010

Colazione da TiF (fany)


[...]
In quel di Francoforte ero ospitato da "amighetto TiF", amighetto di vecchia data di origine terronica ma ora trasferitosi in quel di quella città tedesca. Quella che illustriamo oggi è una pittoresca colazione (o era un pranzo?) [o una via di mezzo?], ideale ibrido tra la cucina tedesca, quella italica e le cose che ^a me mi piaciono^.

Cominciamo coi Brezel. Perchè comprarli a cifre altissime (che in realtà sono basse) e non prenderli invece a due lire congelati e farseli in casa?






Infatti. Vanno riposti sulla teglia da forno e incisi in alto. Perchè? Perchè si.



Poi.... -GUARDATE CHE CARINI!!!- vanno cosparsi di sale grosso.




Buttateli in forno e dopo un pò.......



PRONTI!!!!!!!
 







Cosa ci appoggiamo sopra tali delizie? Un altro ibrido, ca va sans dire!!!!
Ovvero 'nduja calabrese!!! (che è una sorta di salumo farcito di peperoncino spalmabile, fichissimo)

 



E delle sarciccette/wurstelini locali.







Basta? No, ovvio. Le salse hardgore!!!!!! Eccovene una degna rappresentanza.



In primo piano una sorta di Harissa, salsa tunisina bella piccantina.

Poteva mancare qualcosa di delirante da bere? No, ovvio.
Partiamo dal Lift ovvero un "Apfelschorle", ovvero acqua gassata e succo di mela, una roba tipica del luogo.


 



Segue a ruota Karamalz, che è una specie di birra non alcoolica che non sa di birra. Ovvero è acqua, malto e zucchero. Ha un sapore strano.





 



Segue a ruota (gran finale) la mitica Vita Cola, ovvero la Coca Cola dell'ex Germania dell'est. E' stata aggredita dal nemico a stelle e strisce dopo la caduta del muro di Berlino ma con l'ostalgie è stata rimessa in produzione nel 1994.






 



Segue a ruota, un rutto mirabolante. Prosit. E grazie ad "amighetto TiF".
CZ:

martedì 16 marzo 2010

Cose che fanno ridere (me) in un piccolo supermercato di Francoforte (Germania)


A passeggio per Francoforte dove potevo andare? Musei? Bordelli? Negozi chic? No, supermercati e ristoranti, ovvio. Appena approdo in un paese estero, appena posso vado in un supermercato, riflesso vivace e significativo della cultura del paese stesso, luogo più idoneo per capire il posto dove ti trovi, biblioteca merceologica per eccellenza, incarnazione antropologica del luogo.
 Ecco, questo che segue è un piccolo supermercato ma piacevole e divertente seppur gustoso. Cosa hanno scrutato i miei occhi miopi e ghiotti?
Vai con la galleria!



Schwip Schwap!!!! Ovvero una bevanda che mescola Coca Cola e Aranciata. Dovete sapere che in Germania è quasi bandita l'acqua e sono quasi bandite le cose non gassate. Vanno i beveroni strani da bere ovunque anche a passeggio. Cappuccini giganti, bevante fruttose sintetiche, birre etc etc. e il fatto è che questa cosa -per me allarmante- si sta diffondendo e anzi è già diffusa in parecchi paesi del mondo. In questo senso l'Italia è quasi un'isola felice del salutismo. Anche se è preoccupante il numero di esseri dotati di vita che assumono con regolarità liquidi denominati estathè.












L'immancabile, tipica e irresistibile, nonché pittoresca, commovente e di contaminante felicità zona delle sarcicce.













I ravioli in barattolo!!!










Una pizza come può chiamarsi se vuole fare riferimento all'Italia? "Pizza Sole"? "Pizza Mandolino?". No, sono stati più fini; non potendola chiamare "Pizza Mafia", ecco a voi la "Pizzino Pizza", la pizza preferita da Provenzano. Attenti quando la mangiate a non trovarci dentro strani foglietti di carta.












Maddai? La Sapporo Draft Beer, ovvero le caramelle tipo "Muuuuuu" al gusto della birra giapponese Sapporo. Non sono deliziosissime, eh. E comincio anche a ipotizzare che non fossero in vendita al supermercato ma fossero in tasca del mio amico, portate dalla sua fidanzata appena tornata da un viaggio in Giappone. Ma vabbè, sono pittoresche, quindi andiamo avanti.










Altri orrori, gli "Spaghetti Bolognese" istantanei ovvero che rispondono alla stessa filosofia di quelli asiatici.
 5 minuten e sono pronti.












Poi! Le gelatine Haribo a forma di Na'Vi....hem.... di Puffi!!!!!! Awfuuuul.













Ok, ok, abbiamo iniziato con le sarcicce e chiudiamo con un altro immancabile e mitologico luogo/simbolo. Il contenitore fai da te di Brezel!!!!
















Ciaaaaaaaaaaaaao, buon viaggio!!

CZ:

lunedì 15 marzo 2010

Un altro paradiso: Il giardino dei sapori


Un altro dei miei paradisi è Il Giardino dei Sapori, uno di quei luoghi congelati da un monumentale rapporto qualità/prezzo, e in cui nonostante tutto si mangia in un ambiente informale e estremamente rilassante, fino al collasso.   Si trova perso nel nulla tra Recanati e Montefiore, in apertissima campagna. E' un agriturismo con ampio parcheggio e un nugolo di gattini fuori che mangiano gli avanzi della cena. Il posto non è enorme, quindi in giornate particolari magari prenotate, soprattutto se siete in molti. Un posto per due magari lo trovate ma per molti no.



La storia è la seguente. Tu sai che vai lì e spenderai 25€ fissi, ma se vai sai anche che non scegli ciò che mangi ma fruisci di un menù della casa solitamente biblico e infinito. Va ammesso che una volta, questa in questione, di fronte a due primi che poco mi allettavano sono riuscito a farmene produrre uno personalizzato. Quindi direi che è tutto perfetto. 25€ dicevamo, ma non andateci senza fame perchè di sicuro da lì non uscirete non sazi. E ultimo, ma non in ordine di importanza, è tutto molto, molto buono, dettaglio non trascurabile.



Ma partiamo subito con il nostro menu fotografico.
Arriva subito veloce un litro di vino e uno d'acqua....


Che ci preparano per il mitologico antipasto del luogo. Un profluvio di portate da spiluccare, ma sempre con abbondanza, ovviamente.

Lenticchie, salumi, e pani del posto (ovvero farciti e pieni di cose buone tipo mandorle e noci).




La polenta con sopra un sugo di verdure...



E comunque gli antipasti annoverano sempre una moltitudine di verdure, formaggi, salumi, legumi e bizzarrie varie.



Arrivano poi due primi, tra cui segnaliamo questi stupendi gnocchetti.



Arrivano poi gli arrosti, con spiedini, salsicce, braciole, costine et similia.

e insalatina


Come vivere poi senza fritto?


Arriviamo poi ai dolci con il mio non so cosa al cioccolatobuonissimo


E una cheescake al caco.


Caffè


ammazzacaffè

No, non ero sbronzo, il bicchiere è proprio così.



Le dosi che avete visto (calcolate le debolezze da spiluccamento pre-foto) erano per due persone.
.Sono pieno.
CZ:

giovedì 11 marzo 2010

Piselli al Wasabi!!!

 Per par condicio sessuale, dopo le patatine al wasabi di ieri, oggi tocca ai piselli. Al wasabi. In barattolo stavolta.


Sempre presi in un supermercato tedesco...

Oh, sono buoni e mostruosamente uno tira l'altro! Quanti riuscireste a mangiarne in un botto????
  
Purtroppo per me, io tantissimi.
A presto con un bel menù completo! Niente tette al wasabi, no, no.
CZ:

mercoledì 10 marzo 2010

Patatine al Wasabi!


Yeah, dai supermercati dell'oscurità, dal lato oscuro delle fabbriche di cibo a catena, eccovi le patatine al wasabi!!!


Nulla, tutto qui. Sono patatine del cacchio qualunque ma ricoperte da un sottile strato di cobalt... hem di wasabi che è quella cremina verde giapponese e piccante che sa di ammoniaca in cui si fa scarpetta col sushi. Così assumono un pittoresco colorito verdognolo da patatina avariata. Ma -oibò, il pedalò- sono buone!
Ok, finita merendina's time. tornate presto per un pasto più completo!
CZ:

martedì 9 marzo 2010

I limiti fisiologici del piccante (feat. Mirinda)


 
Tornati da un bel viaggio a Francoforte e dopo esserci ripresi -parzialmente- dal confronto con le brutture italiche, infinite e interminabili (solo uscendo dall'Italia si riesce a capire come è stato ridotto  e a che livello è attualmente questo paese), a prescindere dalla nazione visitata, abbiamo raccolto tanto bel materiale per questo blog, tanto che le foto scattate sono tutte di cibi e alla domanda "CZ, cos'hai fatto/visto di bello a Francoforte?" la mia risposta imbarazzata è stata "mangiato/ristoranti!".

Torniamo quindi su un argomento che mi sta particolarmente a cuore, ovvero il "piccante" e i suoi "limiti di umanità" ammesso che esistano. Ne abbiamo già parlato nel blog ad esempio QUA, in occasione della cucina di Sichuan.

Senza false modestie mi reputo una persona fortemente tollerante e resistente alla cucina piccante, mi coltivo, mangio, compro peperoncini, salse, olii, e "diavolerie varie piccanti".

Di base siamo abituati ad una linea base di piccante basata sulla pianta di peperoncino, probabilmente per motivi agricoli nazionali. Quindi il "nostro piccante" si basa su un sapore comunque legato ad una sorta di vegetarietà riconoscibile, anche tramite il Tabasco che non è italiano ma è ottenuto da un peperoncino/one. In parte anche la cucina di Sichuan che nasce da una bacca. Più ne metti e più è potente il peperoncino, più il tutto è hardcore. Anche il wasabi è di origine vegetale ma si muove in un'essenza diversa di cui difficilmente si scorge la sua origine vegetale all'ammoniaca più vicino forse allo zenzero e radici balsamiche stura naso.

Ma poi a certi livelli il sapore è strano e ti chiedi "ma che cazzo sto mangiando???" E nessuno ti darà una risposta.

A Francoforte, potete trovare (è una minicatena) il Snack Point - Best Worscht in Town (SITO) che è poco più di un chioschetto, con poche panche fuori, ancora meno dentro e una bella fila perenne di persone in attesa di mangiare.




Ora, cucinano la solita roba tedesca da strada, wurstel, patatine e affini.



MA, la loro specialità è togliere la vita ai clienti con dei prodotti -su richiesta- piccanti oltre i livelli di guardia.
C'è sia la roba fichettina che una scala di valori che va da "A" a "F" dove "A" sta per appena piccante (EU-Chili) e "F" sta per morte nera (FBI). Saltellate sulla sezione apposita del sito per farvene un'idea e giocherellate col cursore sulle foto, QUI.

Ora, intimiditi dalle leggende e dalle esperienze narrate ("madò, una volta ho preso il "B" (Habanero Chili) e non sono riuscita a finirlo, stavo morendo e dire che io mangio piccante" disse un'amica al mio amico) optiamo per un "D" (Oral Warrior). Il tipo ci avverte "sentite, siete sicuri? E' molto piccante, è come 100 volte il Tabasco, assaggiatelo!!!" e ci porge una forchettina di  plastica appena bagnata della salsa. E' fuoco allo stato liquido!!!! Accettiamo. Il tipo ci rincuora "se vi si tappano le orecchie smettete assolutamente di mangiare, vuol dire che vi sta arrivando un collasso". La prendiamo come la tipica fregnaccia del ristoratore per fare il grande fico. Invece....

Decidiamo di mangiare fuori, scelta poco furba, visto che perdiamo la funzionalità immediata di ogni arto causa freddo vivace di quei giorni. Ma -ci diciamo- il piccante ci riscalderà. Sbagliato. Subito sorgono delle differenze dal "solito". Il nostro peperoncino di norma riscalda, e si attenua con del cibo, mentre i liquidi ne accentuano la potenza. In questo caso è il contrario, i solidi non riescono a fare nulla (ci viene fornito nella combo anche del pane) e il piccante si piazza fisso sul fondo della lingua e non se ne va se non con del liquido che dona una parvenza di sollievo temporaneo. Non si riceve un forte bruciore di stomaco nè altro, solo lingua e gola in fiamme.
E NON riscalda. Per quello ci vorrà un thè da un'altra parte.

La combo include il wurstel atomico, patatine annegate di merda, pane e una bibita a scelta.



Arrivo a mangiare anche le patatine annegate in ketchup e maionese, cose che io odio, solitamente. Ma il cavo orale è ormai piallato e non sento nulla. Lacrimano un pò gli occhi.

Il fuoco è così composto: una vaschetta con dentro un wurstel tagliato a fettine e coperto dalla salsa piccante e una spolverata di curry.




Non sto esagerando ma è insostenibile, davvero ti domandi "che cazzo sto mangiando? Sintetico o vegetale?"
Nel sito c'è anche lo shop e fino ad un certo livello le salse sembrano classiche vegetali. Ma cosa può procurare un tale effetto deflagrante nel corpo? Gli ingredienti non sono riportati. Da una parte c'è la curiosità di assaggiare il top, ovvero l'"F" dall'altra l'impossibilità immediata fisiologica di farlo. Brucia. Chi si agita per l'olio picante populista dei nostri ristoranti può davvero finire in ospedale per una cosa del genere.
Si, davvero un'esperienza.
So cosa state pensando. No, stranamente non ci sono stati effetti collaterali in bagno per il sottoscritto, al peggio per coloro che sono entrati nel luogo successivamente.

Dicevamo, come stemperare? Alcuni si erano provvisti del baro, ovvero delle buste di latte/cioccolato stemperante.
Io opto per una cosa che non conoscevo, curiosità del viaggiatore. Che poi è una bibita ben famosa, ma tant'è. Trattasi della Mirinda, ovvero una sorta di aranciata schifosa di origine spagnola poi comprata dalla Pepsi e smerciata in quasi tutto il mondo come concorrenza dalla Fanta. Esiste a più gusti (orange, grapefruit, apple, strawberry, raspberry, pineapple, banana, passionfruit, lemon...) ma il più noto è l'arancia. Originariamente era totally sintetica, poi per guadagnare con degli sgravi fiscali ci hanno infilato un briciolo di frutta.



Fa schifo ma fa il suo lavoro, lenire il dolore e spegnere le fiamme in gola per un attimo.
Pensate, uno (il?) dei primi corti di Alex De La Iglesias (El Dia de la Bestia, Accion Mutante) si intitolava proprio Mirindas Asesinas. Eccolo qua:  


   


 





E' tutto e pure troppo per oggi. Alla prossima con tante mirabolanti avventure scolpite A FUOCO!
CZ:


PS: si, non ho messo le foto a centro pagina ma Splinder cambia interfaccia -in peggio- ogni due giorni e non riesco a capirci una sega.