lunedì 12 aprile 2010

Gradara, loco delle cenette romantiche (e del vorticoso amor di Paolo et Francesca)



Gradara splendido Gradara, castello medioevale marchigiano noto per essere il teatro della tragica vicenda di Paolo e Francesca, i due amanti infilati da quel cattivo di Dante nel girone infernale dei lussuriosi. Visita allo splendido castello, fughetta strategiaca a Cattolica (a pochi Km da lì), museo, passeggiate, turisti, scenografie stupende.





Ci viene un infarto quando leggiamo però questo cartello:




Bambini gratis!!!!! Vendono i bambini gratis!!!! Sono dei mostri!!!!


Comunque, andiamo a cenare al Mastin Vecchio, ovvero un grosso ristorante a mattoncini sito proprio sotto alla rocca, dentro le mura. Lo trovate in un attimo, Gradara è piccola, mentre salite è su un vicolo a destra.






E' un ristorante all'apparenza normale, lievemente lussuoso, snodato tra più piani e stanze. Nel biglietto da visita dicono "ristorante, osteria, musica dal vivo". Ma a noi non interessava questo bensì la "fusion room".
Ovvero sottotera c'è una piccolo antro, basso e lungo un paio di metri tutto per noi, con un tavolo basso e tanti cuscini intorno su cui sedersi. Togliersi le scarpe. Separato da una tendina dal resto del mondo.





Si cena SOLO alla luce di tre candele basse e cicciotte.




Atmosfera interessante, anche se dalla sala attigua arriva la musica della radio e non è divertentissimo cenare in sta saletta con Jovanotti o robe pure peggiori alle orecchie.





Le candele hanno un doppio effetto; da un lato proiettano ombre suggestive sul muro, nostre, dei bicchieri, del vino. Dall'altra impediscono di fare foto decenti e stavolta quindi subirete delle foto un pelo atroci. Portate pazienza.





Scegliamo il vino. A casaccio visto che non sappiamo ancora quali saranno i piatti della cena. Si perchè non sta a noi scegliere. Ma di questo parleremo dopo. C'è una carta dei vini ricca e sconfinata, con vino da tanti zeri. Ne prendiamo uno mediamente economico ma non per questo merdoso, puntando sulla poca strada da far fare alla bottiglia, quindi un collaudato vino locale.





Ok, il senso di questa sala è che si fa un giro del mondo attraverso 5 piatti unici, ovvero nel corso della serata, con una lentezza mediamente esasperante, ci vengono portati 5 piatti, ognuno proveniente da una cultura culinaria diversa. Si parte dalla Spagna e dai "Tapas" (clicca, ne abbiamo già parlato in passato)






C'è del prosciutto ancorato su dei crostini, fette di salami, ci sono bruschettine con sopra salame e pomodorini secchi, pomodorini e peperoni ripieni, olive ripiene, stronzettini di pasta sfoglia ripieni, fagottini ripieni, oibò, tutto ripieno. Buono.
Poi ci spostiamo in Guatemala con una fetta di pan carrè e sopra gamberetti annegati in una salsa al cocco, riso bianco e nero a torretta e una striscia di rucola al centro.





Arriviamo in Messico con una tortina ripiena di peperoni, formaggio e sopra un ovetto. Bella da vedere e buonina.






Facciamo quindi scalo in Grecia con uno spiedone di carne, depositato su un letto di verdurine con annessa salsa Tzatziki (la peggiore foto della storia del blog). Però è buono!





Atterraggio finale in un'ipotetica Asia della fantasia con una cosa che il tipo non ha ben spiegato, ovvero tipo della panna con sopra scagliette di ciocco-cacao e del riso fritto.





Caffè e infine ci omaggiano di una sorta di grappa al limoncello che sembra un sorbetto al limone (o per i nostalgici di qualche topic fa o per i fans del blog, latte di soia).





Bene, totale di cibo, vino, acqua, caffè e digestivo è di 40€ a testa. Va detto che si paga l'esperienza e il fatto di vedere pasare coppie davanti la tendina che buttano un occhio dentro e la lei fa al lui indignata "visto che cariiiiiinooooooo!!!!!!!". Le dosi sono abbondanti, non si esce con la fame. E se poi avete ancora fame potete sempre andare a prendervi un bambino da mangiare al museo che però chiude prestissimo. Tanto qui sono gratis. Per le coppie davvero hardcore, di fronte al ristorante i boss hanno messo delle camere in tema con incluse le docce con le luci colorate dentro.

E se alla fine della serata non ve la da, siete tenuti a sgozzarla. Non per me visto che ero stato invitato.
CZ:
























3 commenti:

  1. Le chiedo cortesemente di cambiare il titolo del suo post, mi riferisco alla parte "Gradara patria dei pedofili".Mi rendo conto che si tratti di una battuta ma sui motori di ricerca purtroppo potrebbe non essere così chiaro in quanto si legge soltanto il titolo e comunque non è un bell'accostamento.Quindi le sarei grato se modificasse il titolo.La ringrazio per l'attenzione.L'amministrazione comunale di Gradara

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  2. Si, mi duole ammettere che potete avere ragione e per questo chiedo venia. Si trattava di una delle vorticose battute sferzanti tipiche di questo blog, sempre sulla lama, in bilico tra il serio, il faceto, il professionale e il ludico. Un pò come il cibo.Ho così cambiato l'ironico titolo del topic (che per i lettori, era originariamente "Gradara, la patria dei pedofili e delle cenette romantiche.", facendo riferimento al buffo cartello fuori dal museo riportato in foto e non ovviamente alla città in sè, come si evince dal corpo del testo).Mi scuso se il titolo può avere infastidito qualcuno e mi auguro di passare di nuovo in zona a testare i ristoranti locali e a divorare bambini gratis come da menù del museo.

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  3. Si, l'ironia dell'articolo era evidente, purtroppo i motori di ricerca di internet non hanno senso dell'umorismo... :-)Grazie per la disponibilità!Venga pure a trovarci di nuovo a Gradara e, visto il suo interesse per l'enogastronomia, le suggerisco di provare anche i nostri menù medioevali...

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