domenica 22 novembre 2009

torino film FESTIVAL (S)


I Festival di cinema sono dei momenti particolari, veri paradisi artificiali per gli studiosi e appassionati della settima arte. I film come vanno visti, su schermi grandi come una casa, con audio cristallino, in lingua originale e sottotitoli multipli. Con film e retrospettive che poi magari non riuscirete più a vedere nel corso della vita. Il paradiso appunto. Solitamente i film vengono divorati in modalità differenti; c'è l'accreditato DAMS che va al Festival, vede uno-due film al giorno e per il resto dorme, vede la città a caso e si fa le canne. Ci sono gli abitanti locali che vanno a vedersi il film famoso delle 20:30 (solitamente il film famoso che uscirà il venerdi dopo nelle sale italiche). C'è una entità X presente a TUTTI i Festival che riempie le sale solo quando ci sono i film che contengono il sesso. Poi ci sono i curiosi/appassionati medi, dai 2 ai 4 film massimo al giorno e il resto del dì a visitare la città in modalità ragionata.
Poi ci sono i maniaci nerd come il sottoscritto; sveglia all'alba, primo film alle 9, ultimo film alle 22:00 o alle 24:00 se c'è. 6 film a giorno, spesso senza mangiare. Dopo l'ultimo film, festa con gli ospiti o bevutE con gli amici, ritorno a casa e visione del settimo film della giornata con divoramento di ciò che capita sotto mano. Nanna verso le 4-5, sveglia 2-3 ore dopo. 5 ore di sonno sono un raro miraggio che avviene una-due volte in 10 giorni di Festival. Non rari  i microsvenimenti in sala durante i film.
Oggi parliamo dell'appena terminato Torino Film Festival. 11 sale a disposizione, fitto programma di repliche, grandi retrospettive. Poche ore di sonno, pochissimo tempo per mangiare. Ricordo vagamente gli ultimi due giorni in questo modo; ritorno a casa alle due del mattino, dopo 6 film, visione di Grosso Guaio a Chinatown di Carpenter (ci era venuta voglia vedendo il bel Pontypool) mangiando salame, nanna alle 5 e qualcosa, sveglia alle 9, sei film di fila, arrivo a casa alle una del  mattino successivo, visione di 10 puntate di fila di Boris sempre a ritmo si salame, poi alle 6 senza dormire, bus, treno e arrivo a casa dopo 8 ore  alle 15:00. Alle 15:30 ero a letto. Risveglio alle 11:00 del giorno dopo.
Ma sto blog parla di cibo e quindi -dopo la premessa- ragioniamo sulle modalità mangerecce durante i Festivalz.
Se anche ci fai uscire qualche serata in un locale a mangiare seduti tra amici, solitamente si aggredisce in giro tutto ciò che ha la forma di cibo, che costa poco, che è veloce e che NON si chiami McDonald's.
Ad esempio c'è sta pizzeria (Montebello, via Montebello 6/b) appiccicata al cinema Massimo, il centro nevralgico del Festival dove per 1,50€  ti prendi una fetta di pizza buona e rapida.

 



Poi, vabbè, Torino è colma di stanze che producono cibo quindi è lui (il cibo) a perseguitarti, anche al cinema tra baretto e loculo dei pop corn.


Dopo 6-7 giorni in cui la cosa che maggiormente entra nel vostro corpo è il caffè, potreste cominciare a finire in dei corti circuiti alimentari ed ordinare -come ho realmente fatto- una cioccolata caldissima (con biscottini) e un chinotto gelato! Verrete osservati con piglio antropologico dai presenti.


Ho poi scoperto che a Torino esiste una catena cittadina di ristoranti giapponesi che si chiama Japs, molto carini. Non li ho testati, sia per il tempo, sia per il pesce che odio, ma questo è il link del loro sito: www.japs.it

Comunque, la vita Festivaliera alla fine si riduce a ingozzarsi di pizza, kebab e Bounty. Terribbile. Una sera siamo però stati all'Horas un bel ristorante Egiziano, piccolo, ma molto carino. Economico, con dosi mastodontiche, ci hanno offerto patatine fritte come antipasto e karkadè come digestivo.
 


Vicinissimo alla stazione centrale, in corso Vittorio Emanuele II, praticamente quasi di fronte al Cinema Ambrosio.



Oltre al solito panino col kebab etc etc,  hanno molti piatti belli, dai falafel, alla crema di ceci e altre misteriosissime cose Hitchcockiane. Se il kebab invece di prenderlo col panino chiedi il piatto (kebab, riso, verdure, patatine fritte) ti portano un cestino pieno di pita.



Gran finale con la foto del kebab sul piatto.


E' tutto. Nelle prossime punate, il reportage da altri "luoghi della pappa" torinesi.
CZ:


 

Nessun commento:

Posta un commento